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utente cancellato [reply:c88BAA]Provo a mandartelo in altra maniera privatamente, e' interessante perche' c'e' la sequenza della vestizione che non e' piu' possibile seguire come in quegli anni, sono tornato l'anno scorso ma anche li qualcosa e' cambiato, richiamava troppa gente, Mi hanno dato la cittadinanza Sarda!
4 anni fa
Giovanna_Tamponisi, fatto copia incolla sulla finestra di ricerca di google ma non va... lo cerco diversamente, comunque ti ringrazio molto per le notizie e complimenti per la tua foto! ps sei sardo?
4 anni fa
utente cancellato [reply:cM8BAA]L'unica rappresentazione autentica che credo sia rimasta in Sardegna del carnevale, sono poco pratico di linkate, prova a fare copia/incolla del link, dovrebbe funzionare.
4 anni fa
Giovanna_TamponiGrazie mille per questa dettagliata presentazione. Non conoscevo questa maschera, sicuramente meno nota di quella da me citata. Sei uno studioso? Appassionato? Io amo molto le maschere sarde e più in generale ogni antica tradizione della mia terra. La Sardegna ha molte maschere, e la loro spiegazione è sempre affascinante. Avrei voluto vedere di più ma il link purtroppo non conduce ad alcuna pagina.
4 anni fa
utente cancellato [reply:aM8BAA]No, questa foto non e' stata fatta a Mamoiada ma a Lula per il carnevale con una sola rappresentazione all'anno, la figura centrale è quella di Su Battileddu...
Il Carnevale di Lula rinasce dopo una parentesi durata decenni grazie all’antropologa e studiosa Dolores Turchi e ad Antonio Marras che ne e’ anche l’attore principale che veste i panni di “Su Battiledduâ€.
Il nome della maschera deriva da Battile che in sardo ha il significato di cosa inutile, straccio e rivolto ad una persona significa “buono a nullaâ€, il termine primario sembra essere “Bathileiosâ€, che significa “ricco di messiâ€, cosi’ la maschera indicava probabilmente colui che avrebbe reso fertile i campi.
Della vestizione di Su Battileddu ho trovato poche notizie, ma senz’altro la liturgia e’ affascinante e’ cosi’ che ai nostri occhi Antonio Marras diventa dopo questa trasfigurazione il nostro eroe animale, un semidio, una figura che ci incute terrore e ammirazione, bellissimo nella sua tragica e grottesca maschera..
E’ vestito di pelli nere di capra o montone, il volto e’ sporco di fuliggine e del sangue cola dalla bocca verso la mandibola, sulla testa a coprire una calotta in pelle nascosta da un fazzoletto da donna spuntano due enormi corna caprine tra le quali e sistemato e cucito uno stomaco di capra rigirato (“sa Entre Ortataâ€) sul petto sistemati a bandoliera porta i campanacci “marrazzosâ€, e sull’addome “ su chentu puzoneâ€uno stomaco di bue ripieno di acqua e sangue che ogni tanto viene bucato per farne cadere delle gogge che vanno a fertilizzare i campi.
La cerimonia rappresenta la passione della vittima sacrificale, degli uomini vestiti da donna a lutto (Battileddos) anche loro col viso coperto di nero avanzano intonando un lamento funebre “sos attitosâ€.
Il corteo e’ costituito anche da “ Sos Battileddos Massaiosâ€che anch’essi col volto dipinto di nero pungolano e frustano e beffeggiano, due di loro vengono legati come buoi e tirano un carro durante la rappresentazione
Altre foto https://www.flickr.com/photos/30653099@N03/albums/72157629404708855/with/6779705706/
Il Carnevale di Lula rinasce dopo una parentesi durata decenni grazie all’antropologa e studiosa Dolores Turchi e ad Antonio Marras che ne e’ anche l’attore principale che veste i panni di “Su Battiledduâ€.
Il nome della maschera deriva da Battile che in sardo ha il significato di cosa inutile, straccio e rivolto ad una persona significa “buono a nullaâ€, il termine primario sembra essere “Bathileiosâ€, che significa “ricco di messiâ€, cosi’ la maschera indicava probabilmente colui che avrebbe reso fertile i campi.
Della vestizione di Su Battileddu ho trovato poche notizie, ma senz’altro la liturgia e’ affascinante e’ cosi’ che ai nostri occhi Antonio Marras diventa dopo questa trasfigurazione il nostro eroe animale, un semidio, una figura che ci incute terrore e ammirazione, bellissimo nella sua tragica e grottesca maschera..
E’ vestito di pelli nere di capra o montone, il volto e’ sporco di fuliggine e del sangue cola dalla bocca verso la mandibola, sulla testa a coprire una calotta in pelle nascosta da un fazzoletto da donna spuntano due enormi corna caprine tra le quali e sistemato e cucito uno stomaco di capra rigirato (“sa Entre Ortataâ€) sul petto sistemati a bandoliera porta i campanacci “marrazzosâ€, e sull’addome “ su chentu puzoneâ€uno stomaco di bue ripieno di acqua e sangue che ogni tanto viene bucato per farne cadere delle gogge che vanno a fertilizzare i campi.
La cerimonia rappresenta la passione della vittima sacrificale, degli uomini vestiti da donna a lutto (Battileddos) anche loro col viso coperto di nero avanzano intonando un lamento funebre “sos attitosâ€.
Il corteo e’ costituito anche da “ Sos Battileddos Massaiosâ€che anch’essi col volto dipinto di nero pungolano e frustano e beffeggiano, due di loro vengono legati come buoi e tirano un carro durante la rappresentazione
Altre foto https://www.flickr.com/photos/30653099@N03/albums/72157629404708855/with/6779705706/