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L'importanza di chiamarsi... — Il forum di Fotocontest
Buongiorno a tutti,Â
ieri ho messo una mia foto in fotocritica e mi è stato fatto notare, fra le altre cose, che se avessi messo un titolo più esplicativo forse la mia foto sarebbe stata valutata in maniera positiva. Questo mi ha dato da pensare e mi sono fatta alcune domande che ora vorrei rivolgere a voi: quando giudicate o semplicemente guardate una foto, quanta importanza date al titolo? Lo leggete sempre in fase di giudizio? Quando date un titolo a una vostra foto preferite essere didascalici o sorprendenti?Â
Grazie a chi vorrà intervenire.Â
Sì, per me il titolo è importante, è pur sempre una parte della foto e lo tengo in considerazione durante le votazioni. Quante volte ho pensato "bella foto peccato per il titolo", sì, personalmente sono influenzato da questo.
Nelle mie foto cerco di essere didascalico ma cerco, quando possibile, di mettere anche una nota personale ma molto indiscreta. In fondo penso che se gli utenti debbano votare la mia foto, è meglio mettere un titolo generico che non dia nell'occhio, qualcosa di indifferente, in modo che il voti si concentri sull'immagine.
Poi... a pensarci anche Van Gogh ha dipinto vari "autoritratti" e non si è mai posto il problema di mettere un titolo diverso ad ogni quadro
Ciao!! Io personalmente ritengo il titolo il completamento dell'opera, una parte integrante indissolubile dall'immagine. Una creatività dettata dall'emozione che segue lo scatto a cui do il giusto valore e nel quale cerco sempre di rendere al meglio cio' che voglio far passare.Â
7 anni fa
utente cancellato
Si il titolo è importante, ma se guardando la foto mi rimanda al tema della traccia non lo ritengo un problema
7 anni fa
utente cancellato
Io, invece, il titolo lo vado a leggere solamente nei casi in cui non riesca a capire cosa la fotografia voglia dire e non riesca quindi a collegarla al tema richiesto.
In ogni caso, per le mie foto cerco di dare un titolo breve ma diretto, che ne riassuma il senso.
7 anni fa
utente cancellato
Il titolo però troppo spesso viene utilizzato come "chiave di lettura" della foto e trovo che sia un modo per mettere pezze ad una foto non riuscitissima come lettura. Nel contest sui gatti, pubblico un cane e la intitolo "avrei preferito nascere gatto" e questo autorizza l'autore a protestare contro i fuori tema.
7 anni fa
utente cancellato
utente cancellato ha scritto:
Il titolo però troppo spesso viene utilizzato come "chiave di lettura" della foto e trovo che sia un modo per mettere pezze ad una foto non riuscitissima come lettura. Nel contest sui gatti, pubblico un cane e la intitolo "avrei preferito nascere gatto" e questo autorizza l'autore a protestare contro i fuori tema.
Si infatti volevo aggiungere al mio pensiero scritto sopra che poi, il più delle volte, nei casi in cui leggo il titolo, mi viene da ridere a pensare a che arrampicate sugli specchi si riescano a tirare fuori.
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Il titolo però troppo spesso viene utilizzato come "chiave di lettura" della foto e trovo che sia un modo per mettere pezze ad una foto non riuscitissima come lettura. Nel contest sui gatti, pubblico un cane e la intitolo "avrei preferito nascere gatto" e questo autorizza l'autore a protestare contro i fuori tema.
Sì, questo è un altro discorso, e quando vedo forzature del genere provo fastidio.Â
7 anni fa
utente cancellato
Valeria__ ha scritto:
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Nel calcio si dice che un bravo allenatore può migliorare un pochino una squadra mediocre ma difficilmente la può far diventare vincente, mentre al contrario un cattivo allenatore sicuramente penalizza una squadra di campioni.
 La stessa cosa per il titolo : se azzeccato può migliorare leggermente una foto mediocre, renderla più simpatica e comprensibile ma difficilmente può portarla a vincere, mentre invece un titolo banale, forzato,assente sicuramente penalizza uno scatto ben fatto, specie quando, come nel nostro caso, spesso molte foto ugualmente meritevoli, non rientrano nella fatidica decade che raccoglie punti per dettagli minimi.
Il titolo è sicuramente uno di questi , cosi come la spiegazione corretta e ben fatta dello scatto, l' originalità ,la presentazione della foto nei primi giorni e non all' ultimo momento...dettagli, non fondamentali, accessori direi, che però possono fare la differenza.
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
7 anni fa
utente cancellato
Valeria__ ha scritto:
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Valeria__ ha scritto:
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
è una bella provocazione, ma dal mio punto di vista. Magari rischi che il votante distratto non legga come dovrebbe la foto fuorviato dal titolo. (stai parlando con una persona che lo eliminerebbe, non farci caso).Â
7 anni fa
utente cancellato
Valeria__ ha scritto:
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Valeria__ ha scritto:
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
Per me sarebbe ininfluente.
Per quella foto, penso "peccato che ci sia quel ragazzo nell'inquadratura".
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Valeria__ ha scritto:
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
utente cancellato ha scritto:
è una bella provocazione, ma dal mio punto di vista. Magari rischi che il votante distratto non legga come dovrebbe la foto fuorviato dal titolo. (stai parlando con una persona che lo eliminerebbe, non farci caso).Â
Elimineresti i titoli? Sarebbe una gara anonima sul serio! Non so se mi piacerebbe... penso ad alcune foto che hanno un valore aggiunto proprio dal titolo (tipo la pera "youporn" di @bi, tanto per dirne una)Â
Io penso che dipenda dai casi. In linea di massima concordo che non è certo il titolo a salvare una foto malfatta o poco in tema, e nutro una cordiale antipatia per i titoli didascalici. Però in qualche caso il titolo non spiega ma integra la foto e se lo fa bene e con originalità costituisce davvero un valore aggiunto, come per la pera youporn. Io di solito cerco di mettere titoli neutri e poco invadenti, ma in qualche caso mi sono divertita moltissimo a studiare un titolo "creativo"Â
7 anni fa
utente cancellato
non lo farò, è solo una mia preferenza ma non tutte le regole di fotocontest seguono il mio gusto personale
Io penso che dipenda dai casi. In linea di massima concordo che non è certo il titolo a salvare una foto malfatta o poco in tema, e nutro una cordiale antipatia per i titoli didascalici. Però in qualche caso il titolo non spiega ma integra la foto e se lo fa bene e con originalità costituisce davvero un valore aggiunto, come per la pera youporn. Io di solito cerco di mettere titoli neutri e poco invadenti, ma in qualche caso mi sono divertita moltissimo a studiare un titolo "creativo"Â
L'ho visto, soprattutto nell'ultimo contest "la morte di Mara T.": capolavoro! Esempio di quanto un titolo possa diventare parte integrante della foto. Certo, sarebbe stata una buona foto anche senza titolo, ma che gioia vedere le due cose integrarsi perfettamente!Â
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Valeria__ ha scritto:
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
Ciao wallyci@ credo tu faccia riferimento alla mia critica e a questo proposito voglio chiarire: non è per il titolo che non l' ho votata ma per "l'amico" presente nella foto che poco contava con il contest "Tracce"; se rileggi il mio commento, proseguo con il dire che la foto l'avrei tagliata eliminando proprio quel soggetto e facendo un' altra inquadratura. Nel caso specifico, a mio parere, il titolo ha cercato di giustificare una presenza che ben poco contava con il tema del contest e ha mancato il bersaglio a conferma di quanto qui è stato detto e cioè che il titolo non può rendere una foto a tema se non lo è. Una domanda: hai scattato questa foto appositamente per il contest? Immagino di no. Se L'avesti scattata pensando al contest "tracce" l'avresti fatta uguale? Buona luce
Io penso che dipenda dai casi. In linea di massima concordo che non è certo il titolo a salvare una foto malfatta o poco in tema, e nutro una cordiale antipatia per i titoli didascalici. Però in qualche caso il titolo non spiega ma integra la foto e se lo fa bene e con originalità costituisce davvero un valore aggiunto, come per la pera youporn. Io di solito cerco di mettere titoli neutri e poco invadenti, ma in qualche caso mi sono divertita moltissimo a studiare un titolo "creativo"Â
Valeria__ ha scritto:
L'ho visto, soprattutto nell'ultimo contest "la morte di Mara T.": capolavoro! Esempio di quanto un titolo possa diventare parte integrante della foto. Certo, sarebbe stata una buona foto anche senza titolo, ma che gioia vedere le due cose integrarsi perfettamente!Â
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Valeria__ ha scritto:
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
Furlissima ha scritto:
Ciao wallyci@ credo tu faccia riferimento alla mia critica e a questo proposito voglio chiarire: non è per il titolo che non l' ho votata ma per "l'amico" presente nella foto che poco contava con il contest "Tracce"; se rileggi il mio commento, proseguo con il dire che la foto l'avrei tagliata eliminando proprio quel soggetto e facendo un' altra inquadratura. Nel caso specifico, a mio parere, il titolo ha cercato di giustificare una presenza che ben poco contava con il tema del contest e ha mancato il bersaglio a conferma di quanto qui è stato detto e cioè che il titolo non può rendere una foto a tema se non lo è. Una domanda: hai scattato questa foto appositamente per il contest? Immagino di no. Se L'avesti scattata pensando al contest "tracce" l'avresti fatta uguale? Buona luce
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Valeria__ ha scritto:
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
Furlissima ha scritto:
Ciao wallyci@ credo tu faccia riferimento alla mia critica e a questo proposito voglio chiarire: non è per il titolo che non l' ho votata ma per "l'amico" presente nella foto che poco contava con il contest "Tracce"; se rileggi il mio commento, proseguo con il dire che la foto l'avrei tagliata eliminando proprio quel soggetto e facendo un' altra inquadratura. Nel caso specifico, a mio parere, il titolo ha cercato di giustificare una presenza che ben poco contava con il tema del contest e ha mancato il bersaglio a conferma di quanto qui è stato detto e cioè che il titolo non può rendere una foto a tema se non lo è. Una domanda: hai scattato questa foto appositamente per il contest? Immagino di no. Se L'avesti scattata pensando al contest "tracce" l'avresti fatta uguale? Buona luce
Personalmente non credo che un titolo possa cambiare il significato di una fotografia o imporne una lettura completamente diversa; un titolo azzeccato è quello che quando lo leggi pensi : si è proprio ciò che la foto mi racconta!
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.Â
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato ha scritto:
Si ma si deve fare in maniera intelligente. Se il tema è "viaggiare" e noi abbiamo un treno in arrivo alla stazione in una zona di ombra, mentre davanti all'obiettivo passa l'addetto alle pulizie perfettamente illuminato e la foto la titoliamo "ritorno a casa" allora è proprio un volercela ficcare a forza. Quando il soggetto è evidente il titolo diventa la ciliegina sulla torta, ma non può essere mai tutta la torta.
Valeria__ ha scritto:
E se, al contrario, la foto è a tema e il titolo è fuorviante? (un po' il caso della mia foto in fotocritica)Â
Furlissima ha scritto:
Ciao wallyci@ credo tu faccia riferimento alla mia critica e a questo proposito voglio chiarire: non è per il titolo che non l' ho votata ma per "l'amico" presente nella foto che poco contava con il contest "Tracce"; se rileggi il mio commento, proseguo con il dire che la foto l'avrei tagliata eliminando proprio quel soggetto e facendo un' altra inquadratura. Nel caso specifico, a mio parere, il titolo ha cercato di giustificare una presenza che ben poco contava con il tema del contest e ha mancato il bersaglio a conferma di quanto qui è stato detto e cioè che il titolo non può rendere una foto a tema se non lo è. Una domanda: hai scattato questa foto appositamente per il contest? Immagino di no. Se L'avesti scattata pensando al contest "tracce" l'avresti fatta uguale? Buona luce
Personalmente non credo che un titolo possa cambiare il significato di una fotografia o imporne una lettura completamente diversa; un titolo azzeccato è quello che quando lo leggi pensi : si è proprio ciò che la foto mi racconta!
Certo ma non sottovalutiamo l' importanza del titolo: Soltanto dopo essersi cambiato nome Endre Ernő Friedmann (*) e scoperta lì importanza del titolo giusto ha cominciato a sbarcare il lunario come fotografo . Ed ha imposto ai suoi soci (**)di usare i titoli giusti per le foto per venderle meglio.
(* Robert Capa)
(++ Magnum Photos)
Su questo punto sono completamente d'accordo con Close! Compreso quello che dice sui farmaci: uno magari pensa che i nomi dei farmaci vengano scelti come nelle barzellette, dove tre buontemponi seduti a un tavolo si dicono "bene, la ditta rivale ha chiamato il suo farmaco Topamax? E allora il nostro chiamiamolo Fycompa!" (giuro, sono nomi veri. Potete verificare  ) Invece le case farmaceutiche impegnano risorse ingenti per scegliere i loro nomi: io ho partecipato per anni ai sondaggi (a pagamento) che apposite agenzie mandano in giro e non avete idea di quanto siano complessi.
Per le foto credo che dipenda: come per qualsiasi altra opera d'arte ci sono casi in cui il titolo è superfluo e altri nei quali completa e da senso all'opera. La Gioconda potrebbe fare a meno di un titolo, Guernica no.
Però anche la Gioconda non sarebbe la Gioconda senza quel titolo e chiunque potrebbe chiamarla a suo piacimento o affibbiarle un soprannome e il mondo sarebbe senza "LA GIOCONDA". Quindi W i titoli!
L'importanza di chiamarsi...
Valeria__
Buongiorno a tutti,Âieri ho messo una mia foto in fotocritica e mi è stato fatto notare, fra le altre cose, che se avessi messo un titolo più esplicativo forse la mia foto sarebbe stata valutata in maniera positiva. Questo mi ha dato da pensare e mi sono fatta alcune domande che ora vorrei rivolgere a voi: quando giudicate o semplicemente guardate una foto, quanta importanza date al titolo? Lo leggete sempre in fase di giudizio? Quando date un titolo a una vostra foto preferite essere didascalici o sorprendenti?Â
Grazie a chi vorrà intervenire.Â
FlyBoy
Sì, per me il titolo è importante, è pur sempre una parte della foto e lo tengo in considerazione durante le votazioni. Quante volte ho pensato "bella foto peccato per il titolo", sì, personalmente sono influenzato da questo.Nelle mie foto cerco di essere didascalico ma cerco, quando possibile, di mettere anche una nota personale ma molto indiscreta. In fondo penso che se gli utenti debbano votare la mia foto, è meglio mettere un titolo generico che non dia nell'occhio, qualcosa di indifferente, in modo che il voti si concentri sull'immagine.
Poi... a pensarci anche Van Gogh ha dipinto vari "autoritratti" e non si è mai posto il problema di mettere un titolo diverso ad ogni quadro
OrangeAttitude
Ciao!! Io personalmente ritengo il titolo il completamento dell'opera, una parte integrante indissolubile dall'immagine. Una creatività dettata dall'emozione che segue lo scatto a cui do il giusto valore e nel quale cerco sempre di rendere al meglio cio' che voglio far passare.Âutente cancellato
Si il titolo è importante, ma se guardando la foto mi rimanda al tema della traccia non lo ritengo un problemautente cancellato
Io, invece, il titolo lo vado a leggere solamente nei casi in cui non riesca a capire cosa la fotografia voglia dire e non riesca quindi a collegarla al tema richiesto.In ogni caso, per le mie foto cerco di dare un titolo breve ma diretto, che ne riassuma il senso.
utente cancellato
Il titolo però troppo spesso viene utilizzato come "chiave di lettura" della foto e trovo che sia un modo per mettere pezze ad una foto non riuscitissima come lettura. Nel contest sui gatti, pubblico un cane e la intitolo "avrei preferito nascere gatto" e questo autorizza l'autore a protestare contro i fuori tema.utente cancellato
Si infatti volevo aggiungere al mio pensiero scritto sopra che poi, il più delle volte, nei casi in cui leggo il titolo, mi viene da ridere a pensare a che arrampicate sugli specchi si riescano a tirare fuori.
Valeria__
Ok... comunque essere didascalici non è un'accezione negativa. Quando vado a una mostra fotografica leggo sempre i titoli e voglio sapere quando sono state scattate le foto, in che contesto, ecc.ÂUn esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Valeria__
utente cancellato
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Valeria__
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
CLOSE-ENOUGH
Nel calcio si dice che un bravo allenatore può migliorare un pochino una squadra mediocre ma difficilmente la può far diventare vincente, mentre al contrario un cattivo allenatore sicuramente penalizza una squadra di campioni. La stessa cosa per il titolo : se azzeccato può migliorare leggermente una foto mediocre, renderla più simpatica e comprensibile ma difficilmente può portarla a vincere, mentre invece un titolo banale, forzato,assente sicuramente penalizza uno scatto ben fatto, specie quando, come nel nostro caso, spesso molte foto ugualmente meritevoli, non rientrano nella fatidica decade che raccoglie punti per dettagli minimi.
Il titolo è sicuramente uno di questi , cosi come la spiegazione corretta e ben fatta dello scatto, l' originalità ,la presentazione della foto nei primi giorni e non all' ultimo momento...dettagli, non fondamentali, accessori direi, che però possono fare la differenza.
Valeria__
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
utente cancellato
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Per quella foto, penso "peccato che ci sia quel ragazzo nell'inquadratura".
Valeria__
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Dariagufo
Io penso che dipenda dai casi. In linea di massima concordo che non è certo il titolo a salvare una foto malfatta o poco in tema, e nutro una cordiale antipatia per i titoli didascalici. Però in qualche caso il titolo non spiega ma integra la foto e se lo fa bene e con originalità costituisce davvero un valore aggiunto, come per la pera youporn. Io di solito cerco di mettere titoli neutri e poco invadenti, ma in qualche caso mi sono divertita moltissimo a studiare un titolo "creativo"Âutente cancellato
non lo farò, è solo una mia preferenza ma non tutte le regole di fotocontest seguono il mio gusto personaleValeria__
Furlissima
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Furlissima
Errore: L'avessi e non l'avesti!Dariagufo
Valeria__
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Comunque io ho preso spunto dalle tue critiche per pormi delle domande sui titoli delle foto in genere, non volevo parlare del caso specifico.Â
Furlissima
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Comunque io ho preso spunto dalle tue critiche per pormi delle domande sui titoli delle foto in genere, non volevo parlare del caso specifico.Â
CLOSE-ENOUGH
Un esempio di quanto si possa essere didascalici eppure creativi: una foto di Doisneau che ritraeva un parco dall'alto con tre pallozzi bianchi in mezzo a una campitura scura, un prato. La foto si intitolava "tre piccoli bambini bianchi". Il genio! Meglio il titolo della foto, se devo dirla tutta.Â
Comunque io ho preso spunto dalle tue critiche per pormi delle domande sui titoli delle foto in genere, non volevo parlare del caso specifico.Â
(* Robert Capa)
(++ Magnum Photos)
Furlissima
Concordo perfettamente: infatti se guardo una foto e leggendo il titolo penso "si è proprio ciò che la foto mi racconta" é una cosa ma se leggendolo penso "cosa c'entra" mi confondo e di conseguenza la foto perde valore perchè si crea nella mia mente confusione e non capisco più ciò che l'autore intende dirmi.Valeria__
Diciamo che in generale vale la regola che se una foto la devi spiegare non è una buona foto.Âutente cancellato
Abolirei sia il titolo che la didascalia, se è a tema e la foto buona  il messaggio arriva subitoÂLa maggior parte delle foto non sono a tema e non sono state sviluppate per il contest, ma vedo che nessuno fa le segnalazioni anche perché non ci sarebbero abbastanza foto per alimentare il contest...
CLOSE-ENOUGH
Basta parlare con un medico o un infermiere per farsi dire che uno stesso farmaco, con lo stesso principio attivo, della stessa qualità "funziona" o " non funziona" anche se il nome scelto è adatto. Se vale per un principo oggettivo perché non dovrebbe esserlo per un immagine? Un titolo corretto, tanto quanto in una mostra una cornice adatta o una parete ben illuminata contribuisce grandemente alla lettura e alla fruizione della foto e ancor di più ( purtroppo) al sio insuccesso. Non dovrebbe essere un elemento primario nel giudizio e nel voto ma dovrebbe essere sicuramente considerato.Dariagufo
Su questo punto sono completamente d'accordo con Close! Compreso quello che dice sui farmaci: uno magari pensa che i nomi dei farmaci vengano scelti come nelle barzellette, dove tre buontemponi seduti a un tavolo si dicono "bene, la ditta rivale ha chiamato il suo farmaco Topamax? E allora il nostro chiamiamolo Fycompa!" (giuro, sono nomi veri. Potete verificare  ) Invece le case farmaceutiche impegnano risorse ingenti per scegliere i loro nomi: io ho partecipato per anni ai sondaggi (a pagamento) che apposite agenzie mandano in giro e non avete idea di quanto siano complessi.Per le foto credo che dipenda: come per qualsiasi altra opera d'arte ci sono casi in cui il titolo è superfluo e altri nei quali completa e da senso all'opera. La Gioconda potrebbe fare a meno di un titolo, Guernica no.
Furlissima
Però anche la Gioconda non sarebbe la Gioconda senza quel titolo e chiunque potrebbe chiamarla a suo piacimento o affibbiarle un soprannome e il mondo sarebbe senza "LA GIOCONDA". Quindi W i titoli!