La maggior parte delle persone che fotografiamo, spesso famigliari, amici o clienti, non sono modelli, non sanno posare, e non si sentono per niente a loro agio davanti all’obiettivo. Il più delle volte, tutto quello che desiderano è vedersi belli, ma non sanno come fare.
E il ritratto di una persona in imbarazzo raramente risulterà lusinghiero.
In un ritratto, l'espressione o la postura contano quanto la luce con cui le illuminiamo.
Se vogliamo veicolare un'emozione, raccontare una storia, o semplicemente rendere bella/o qualcuna/o, dobbiamo gestire la situazione. Noi, i fotografi, dobbiamo saper vedere la persona che ci sta di fronte, dobbiamo accompagnarla e guidarla durante tutta la sessione fotografica.
Tutte, o quasi, le regole fotografiche possono essere usate o ignorate a seconda di ciò che vogliamo ottenere, ma ignorare le linee guida per valorizzare la forma umana, le sue linee e linguaggio, raramente porta al successo.
Basta osservare i grandi maestri della pittura e della scultura per notare quanto queste "regole" siano universali.
Vorrei quindi condividere con voi qualche accorgimento che ho imparato e introdotto nelle mie fotografie nel corso degli anni, a forza di pratica, studio e foto buttate.
L'idea è di aiutare i nostri modelli a posare, per apparire il più naturali possibili.
Se si piega, piegalo!
Anche i militari si sforzano per essere ben dritti.
Una postura, per sembrare naturale, deve essere fluida, morbida.
E' quindi importante introdurre del movimento nelle articolazioni, in modo che il corpo non appaia teso.
La regola d'oro è: se si piega, piegalo!
Con i dovuti accorgimenti, ovviamente.
Una schiena curva, o le spalle rientrate possono dare l'impressione di stanchezza e insicurezza. Se questo non è il sentimento che volete far trasparire, chiedete ai vostri modelli di stare dritti e aprire le spalle. Dritti, ma non rigidi! E solo il fatto di assumere una posizione più dritta li farà sentire subito più sicuri.
Non tutte le pose sono adatte a tutti i corpi. Spesso le pose "da modella" risultano assolutamente ridicole su noi comuni mortali.
Penso sia essenziale, prima di scattare, osservare i nostri modelli, i loro corpi, i loro movimenti naturali, e adattare le pose alla loro morfologia e attitudine naturale. Lo scopo è di mostrare e sublimare la loro bellezza.
Braccia penzolanti
Braccia e mani possono essere molto espressivi, e sfruttarli come si deve può davvero dare un valore aggiuntivo alla foto e all'emozione che vogliamo trasmettere.
Le linee create da braccia piegate aiutano inoltre a guidare l'occhio dello spettatore attraverso la foto.
Un metodo molto efficace per ovviare al braccio a penzoloni è dare ai nostri modelli qualcosa da toccare o tenere in mano.
Questo qualcosa può essere un fiore, una ciocca di capelli, il bottone di una camicia, l'orlo di una giacca o di una gonna, un ramo di un cespuglio... è sufficiente trovare qualcosa che "occupi" i nostri modelli ed eviti posture rigide.
Nei ritratti con più persone, se ognuno tocca un altro, si creano linee dinamiche e interessanti che danno l'idea di un legame più intimo.
Inoltre, il fatto di piegare le braccia, le fa naturalmente allontanare dal corpo, evitando così una spalla troppo voluminosa e il cosidetto "braccione" poco aprezzato dalle donne.
Nei ritratti di moda le modelle hanno spesso le braccia alzate, e molte donne e ragazze tendono a imitarle, ma attenzione! Trovo che l'ascella alzata, e soprattutto rivolta verso l'obiettivo, sia davvero poco fotogenica!
Le mani
Ma anche una mano da pianista, dalle dita affusolate, può risultare poco fotogenica se trascurata.
Ad esempio, fotografarne il dorso rivolto verso la macchina fotografica, fa apparire la mano più larga e mascolina.
Al contrario, una mano ripresa di lato, con le dita unite (ma non incollate) risulterà più espressiva ed elegante.
Inoltre è importante evitare le mani "artigli", le dita rilassate sono più piacevoli..
Il discorso del "se si piega, piegalo!" vale anche per polso e dita.
Pensateci, quando proviamo imbarazzo non sappiamo mai come mettere le mani.
Occupiamo quindi le mani dei nostri modelli con qualcosa da toccare, un posto dove posarsi.
La scelta di questo qualcosa deve essere in armonia col soggetto e di cosa vogliamo raccontare di questo soggetto.
E mostriamole entrambe queste mani, o almeno parte di entrambe. Troncare un arto all'articolazione, o nasconderlo completamente, può dare spesso l'impressione di mutilazione.
Ad esempio, nella mia foto di Alice, le ho fatto mettere le mani in tasca ma col pollice fuori, per non far sembrare le braccia e le mani monche.
Collo e mascella
Una mascella contratta o un collo rigido possono tradire un imbarazzo ancora presente.
Come già detto, il trucco è distrarre i nostri modelli. E' sufficiente dargli una direzione o qualcosa da guardare, e quando tornano a guardare l'obiettivo, saranno più rilassati.
Inoltre, dire ai nostri modelli di gardare di qua o di là, in alto o in basso, permette a noi fotografi di osservare e analizzare come si muovono e trovare il profilo, l'angolo, la luce che più valorizzano un collo o una bella mascella, o nascondono un naso un po' lungo, ad esempio.
Gambe e piedi
Lavorando principalmente con donne incinta ho dovuto trovare un modo di minimizzare cosce e fianchi, che in fase di gravidanza avanzata non sono particolarmente apprezzate dalle future mamme.
Chiedo sempre alle mie modelle di piegare una gamba, quella più vicino all'obiettivo se sono di profilo, o quella che preferiscono se sono di fronte.
Ciò permette di portare il peso sulla gamba più nascosta, lasciando l'altra più rilassata, e di creare una postura più fluida, naturale ed elegante.
Questa formula si può applicare e adattare anche a uomini, ragazzi e ragazze e bambini.
Per le donne preferisco che i piedi siano vicini, con un tallone alzato e un ginocchio davanti all'altro per affinare la silhouette.
Per gli uomini e bambini mi piace fargli incrociare i piedi o le gambe, che siano in piedi o seduti.
Per i ritratti con soggetti seduti, amo creare linee diverse con le gambe. In genere chiedo di piegarle entrambe, ma quella verso l'obiettivo meno.
Come per le mani, preferisco che entrambi i piedi o parte di entrambi siano visibili.
Anche per un ritratto a pancia in giù, chiederò ai miei modelli di incrociare e alzare i piedi un po' di lato rispetto alla testa, in modo che siano visibili entrambi ma non spuntino dalla testa come corna.
Per concludere
Tendiamo tutti, quando siamo in imbarazzo, ad assumere una postura rigida e innaturale.
Ma alcune semplici distrazioni, come una direzione in cui guardare, un oggetto da toccare o un muro su cui appoggiare la testa, in genere bastano ad evitare l'imbarazzo e a farci sentire a proprio agio.
Fare la modella o il modello è un mestiere, non c'è dubbio.
Ma con qualche piccolo accorgimento possiamo, noi fotografi, guidare facilmente i nostri modelli per un risultato all'altezza delle aspettative di entrambi.
Un ritratto è, per me, una conversazione tra fotografo e fotografato. Ma è il fotografo ad avere le redini.
E' quindi importante, molto importante, mantenere il dialogo costantemente, spiegarsi chiaramente e avere tanta, tanta pazienza.